Mi sono chie­sto fin dall´i­ni­zio qua­le fos­se il mo­ti­vo del­la scom­par­sa ine­vi­ta­bi­le di uno scar­to di in­ter­se­zio­ne, a di­spet­to di va­rie tec­ni­che stu­dia­te, sug­ge­ri­te e de­can­tate come va­li­de da ri­cer­ca­to­ri di in­dub­bia espe­rien­za ed alla fine la ri­spo­sta mi è sem­brata li­ne­a­re.
Si rav­vi­sano di so­li­to 5 in­co­gni­te nel po­si­zio­na­men­to del­le basi:
dei trian­go­li mag­gio­ri, dei 2 alle estre­mi­tà e di uno cen­tra­le;
quin­di si for­ni­sco­no sug­ge­ri­men­ti sui li­mi­ti di escur­sio­ne pre­ve­di­bi­li di fat­to
e sul­la se­quen­za per po­ter ef­fet­tua­re il di­se­gno, fa­cen­do­si gui­da­re
dai pun­ti di in­ter­se­zio­ne che di pas­so in pas­so si con­fi­gu­ra­no.
Tut­to que­sto è mol­to pra­ti­co ed è in­tro­dut­ti­vo al di­se­gno co­or­di­na­to di uno sche­ma, ma, a par­te il con­cet­to di pre­sun­ta li­ber­tà  nel de­fi­ni­re i li­vel­li ver­ti­ca­li, in­tro­du­ce di per sé un pro­ba­bi­le con­flit­to, cioè a dire al­me­no uno dei pa­ra­me­tri non an­drà d'ac­cor­do con gli al­tri;
in pra­ti­ca l´ul­ti­mo fi­nirà ne­ces­sa­ria­mente con l´at­tra­ver­sa­re in modo pro­prio (ma im­pro­prio)
gli in­cro­ci già mar­ca­ti dai pre­ce­den­ti. D'al­tra par­te, con i nor­ma­li stru­men­ti a di­spo­si­zio­ne
oc­cor­re di­chia­rarli tut­ti per po­ter com­ple­ta­re una fi­gu­ra.

La pri­ma al­ter­na­ti­va te­o­ri­ca sa­reb­be quin­di de­fi­ni­re l´ul­ti­mo in modo tale
da ve­der­lo col­li­ma­re con i va­lo­ri che lo pre­ce­do­no, il che
do­vreb­be po­ter con­dur­re sen­za dub­bio ad una so­lu­zio­ne tec­ni­ca­men­te inec­ce­pi­bi­le.


 

An­to­nio Alessi - © 2003-2010 The Watch Pu­blisher

l ra­gio­na­men­to in sé non fa­reb­be una grin­za, ma ri­chie­de di ad­den­trar­si nel­la pro­ble­ma­ti­ca fino a fo­ca­liz­za­re il pun­to ed il modo in cui lo scar­to si pre­sen­ta, per­lo­me­no par­ten­do dal­la de­fi­ni­zio­ne dei com­po­nen­ti ester­ni, con­si­de­ra­ti mag­gio­ri e più in­di­ca­ti­vi, come si usa in ge­ne­re.
Ho in­ve­ce ten­ta­to di pren­de­re il toro per le cor­na, af­fron­tan­do il pro­ble­ma di con­fi­gu­ra­zio­ne dell´im­pian­to nel cu­o­re del dia­gram­ma, in­ter­ve­nen­do pro­prio là dove emer­ge per pre­ve­nir­lo, ret­ti­fi­can­do i dati pri­ma del­la sua com­par­sa even­tua­le e per que­sto ri­du­cen­do di al­me­no uno il nu­me­ro dei pa­ra­me­tri. For­se ciò mi avreb­be aiu­ta­to a di­pa­na­re la ma­tas­sa, se mi si pas­sa il ter­mi­ne; ma per­ché al­me­no uno?
Os­ser­va­re lo S.Y. dell´O­re­gon mi ha fat­to no­ta­re, o sup­por­re data la pre­ca­rie­tà del­le im­ma­gi­ni, la pre­sen­za dell´asse di bi­lan­cia­men­to cen­tra­le del qua­le ho vo­lu­to te­ne­re con­to in ipo­te­si, ri­du­cen­do in tal modo a tre le scel­te sog­get­ti­ve; ciò evi­ta di do­ver de­fi­ni­re la base su­pe­rio­re, de­du­ci­bi­le per con­se­guen­za. (L´o­pe­ra­to­re re­sta li­be­ro di di­sat­ti­va­re tale fun­zio­ne e col­lo­ca­re la base a modo suo).

È però il mo­men­to di pre­ci­sa­re una vol­ta per tut­te - an­che se que­sta è una nota po­stu­ma - che il fat­to stes­so di sta­bi­li­re a prio­ri tut­ti e 5 i pa­ra­me­tri è il modo si­cu­ro per ga­ran­tir­si l´er­ro­re fi­na­le po­i­ché, per espe­rien­za, non po­tran­no mai an­da­re per­fet­ta­mente d´ac­cor­do. Era la cosa più ele­men­ta­re da te­ne­re pre­sen­te.

Il pro­ce­di­men­to che as­sol­ve tut­to ciò è for­se più com­pli­ca­to da spie­ga­re che da com­pren­de­re, quin­di pas­serò su­bi­to alla de­scri­zio­ne tec­ni­ca, in­te­gran­dola con i com­men­ti del caso.
La con­so­le ope­ra­ti­va dei pa­ra­me­tri di THEORY con­tie­ne la map­pa di tut­ti gli in­di­ci di ri­fe­ri­men­to alle in­ter­se­zio­ni, come pure uno sche­ma del­la se­quen­za di svi­lup­po del­le ope­ra­zio­ni, per­ciò si pre­sta an­che alla de­scri­zio­ne.
La co­di­fi­ca V del­le eti­chet­te d'in­ter­se­zio­ne in­di­cizza pun­ti vi­sti sul­le basi di trian­go­li con ver­ti­ce ri­vol­to in bas­so, le A sul­le basi dei trian­go­li con ver­ti­ci in alto.
Le pri­me va­ria­bi­li da de­fi­ni­re sono tre, per la col­lo­ca­zio­ne ver­ti­ca­le del­le basi, le cui li­nee sono in­di­ciz­zate dai nu­me­ri cer­chia­ti in oro:

  1. il trian­go­lo Yon mag­gio­re
  2. il trian­go­lo Yin mag­gio­re
  3. la base in­ter­me­dia in­fe­rio­re
Po­i­ché per il con­cet­to espo­sto l´or­di­na­le 4 iden­ti­fi­ca la li­nea di bi­lan­cia­men­to - che non fa par­te del di­se­gno fi­ni­to, ma è as­sun­to in ipo­te­si come con­fi­ne tra le zone su­pe­rio­re ed in­fe­rio­re - la scel­ta del­la 3ª li­nea al li­vel­lo A3 an­zi­ché A2 con­sen­tirà di ri­le­va­re im­me­dia­ta­men­te an­che la A2, con­giun­to A3x1 a V1 per ave­re A1x2; e que­st'ul­ti­mo, con V1x1 già noto, in­con­trerà A2 sul dia­me­tro ver­ti­ca­le. Ot­ter­re­mo così an­che il pun­to 4 e da A1x1 il ver­ti­ce su­pe­rio­re V2, sem­pre sul dia­me­tro e, con tre soli pas­sag­gi, avre­mo de­fi­ni­to gli estre­mi di metà fi­gu­ra.
A que­sto pun­to en­tra in gio­co la stra­te­gia del­la ri­cer­ca, orien­ta­ta al cu­o­re del­lo yantra ed al cru­cia­le pun­to V4x1.
Pre­go no­ta­re che il pun­to V1x2 è eti­chet­ta­to sul lato per de­stro per un uso in­val­so nel­la pro­gram­ma­zio­ne è lì è ri­ma­sto per mag­gio­re chia­rez­za vi­si­va, ma che esso iden­ti­fi­ca an­che il pun­to sim­me­tri­co tra V1x1 e V1.

Per que­sto pun­to tran­siterà la li­nea da A4, a de­fi­ni­re V3x1 ed og­get­to del­la pros­si­ma de­ci­sio­ne.
Si trat­ta ora di de­fi­ni­re la base cen­tra­le A4 in modo tale che il per­cor­so con­se­guen­te, A4-V3x1-V3-V4x1-q, de­no­ta­to dal­le frec­ce, si pon­ga in modo esat­to tran­si­tan­do il dop­pio in­cro­cio in V4x1. L´in­tu­i­zio­ne si com­bi­na al fat­to che A4 ver­rà a sua vol­ta pre­de­fi­ni­to da A3-s, che deve col­li­ma­re con il pun­to di ar­ri­vo q. Un gio­co da ra­gaz­zi… se lo la­scia­mo de­ci­de­re al pro­gram­ma.

A que­sto gra­do di avan­za­men­to si po­treb­be an­che pen­sa­re ad un'equa­zio­ne, ma dal mo­men­to che il ri­sul­ta­to di fat­to sa­reb­be co­mun­que e sen­za al­cun dub­bio un nu­me­ro ap­pros­si­ma­to e dato che non in­ten­do spin­germi a tan­to sen­za mo­ti­vo, ho pre­fe­ri­to la­sciar svol­ge­re al com­pu­ter al­me­no que­sto com­pi­to.

Con­cet­tual­men­te il modo è re­la­ti­va­mente sem­pli­ce: usan­do A3 come car­di­ne, la li­nea A3-s ef­fet­tuerà una scan­sio­ne a par­ti­re dal pun­to me­dio di V2-h, ri­cer­can­do e ve­ri­fi­can­do ap­pun­to qua­le sia la col­lo­ca­zio­ne [ot­ti­ma­le è su­per­fluo ag­giun­gerlo] di A4x1 (per A4 ) in re­la­zio­ne ai pa­ra­me­tri sta­bi­li­ti alla par­ten­za; e, se esi­ste, la tro­ve­rà.
Ov­via­men­te pa­ra­me­tri fu­o­ri tol­le­ran­za ver­ran­no scar­ta­ti come non va­li­di, ma all´in­ter­no di una giu­sta gam­ma la so­lu­zio­ne non do­vreb­be tar­da­re; ba­sta ave­re qual­che at­ti­mo di pa­zien­za, o an­che mol­ti mi­nu­ti, se si ri­chie­de una pre­ci­sio­ne nu­me­ri­ca spin­ta.
TE­O­RY in­fat­ti può con­dur­re il gio­co sul­la base di qual­sia­si nu­me­ro di ci­fre de­ci­ma­li vo­lu­to dall´u­ten­te, sem­pre che que­sti ab­bia tem­po.

La cat­ti­va no­ti­zia è che la fi­gu­ra fi­ni­ta può pre­sen­tar­si as­sai di­ver­sa da quel­la spe­ra­ta: ne­gli ef­fet­ti po­chi de­ci­mi, o cen­te­si­mi di uni­tà, a se­con­da di dove ven­ga­no ap­pli­ca­ti, smu­o­veranno mari e mon­ti all´in­ter­no del­lo sche­ma, con­tra­en­dolo o espan­den­dolo sen­za al­cu­na pie­tà. A la­vo­ro ma­tu­ra­to, ne ver­rà for­ni­to un esem­pio as­sai elo­quen­te.

Il pro­gram­ma con­sen­te en­tram­be le mo­da­li­tà di cal­co­lo, li­be­ro op­pu­re ot­ti­miz­za­to; nel pri­mo caso sfor­nerà fa­cil­men­te fi­gu­re che sem­bra­no quel­le vo­lu­te, ma ri­ve­lan­do alla pro­va di ban­co di­fet­ti e di­se­qui­li­bri so­stan­zia­li, per chi ri­cer­ca una vera so­lu­zio­ne; ma of­fre la gran­de op­por­tu­ni­tà di va­lu­ta­re in po­che bat­tu­te qua­li sia­no i li­mi­ti con­nes­si ad una de­ter­mi­na­ta im­po­sta­zio­ne, ret­ti­fi­carli e ri­pro­va­re, an­che so­vrap­po­nen­do i gra­fi­ci e vari al­tri ac­cor­gi­men­ti de­scrit­ti nel­la se­zio­ne di help.
Non è la sede per enu­me­rarli, po­i­ché in ogni caso l´ap­pli­ca­ti­vo è di­spo­ni­bi­le e non deb­bo con­vin­ce­re nes­su­no ad ac­qui­star­lo né tan­to­me­no ad usar­lo per hob­by; vi sono cose che non fan­no mer­ca­to. Con l´oc­ca­sio­ne vor­rei pre­ci­sa­re che l´ap­pli­ca­ti­vo è esen­te da qua­lun­que di­spo­si­ti­vo estra­neo, malware, spyware e quant'al­tro; non ten­ta di agi­re in con­nes­sio­ne e non svol­ge al­cun al­tro com­pi­to che quel­lo de­scrit­to. Non ri­chie­de in­stal­la­zio­ne ol­tre al cre­a­re una car­tel­la con i re­la­ti­vi per­cor­si; non toc­ca il re­gi­stro di con­fi­gu­ra­zio­ne del S.O. ed è tut­to.

In­fi­ne, an­che la base su­pe­rio­re può es­se­re pre­de­fi­nita, sca­val­can­do au­to­ma­ti­ca­men­te l´im­pie­go ed ogni ri­fe­ri­men­to all´asse di sim­me­tria, come lo stes­so pun­to s, usa­to come pa­ra­me­tro rap­por­ta­to al lato V3-h, ma va­li­do come né più né meno come lo sa­reb­be de­fi­ni­re di­ret­ta­men­te A1.
In pra­ti­ca le mi­su­re pos­so­no es­se­re in­tro­dot­te in vari modi, sia con va­lo­ri as­so­lu­ti (1) che re­la­ti­vi al Rag­gio pri­ma­rio (2) che pa­ra­me­triz­zati come cal­co­li re­la­ti­vi a Rag­gio o lato di cer­ti trian­go­li (2a). In tal modo ogni sin­go­lo pa­ra­me­tro può es­se­re espres­so e de­fi­ni­to in fun­zio­ne di un al­tro, man­te­nen­do la co­e­ren­za vo­lu­ta.
Avrei po­tu­to re­strin­ge­re le mo­da­li­tà ap­pli­ca­ti­ve a que­st'ul­ti­ma, ma po­i­ché la pri­ma im­po­sta­zio­ne era pro­gram­ma­ta su una spe­ci­fi­ca re­la­zio­ne con i cer­chi au­rei, tan­to va­le­va la­scia­re aper­ta la pos­si­bi­li­tà di in­te­ra­zio­ne con le mi­su­re che può mo­stra­re il file Post­Script fi­ni­to - ad es. tra­mi­te po­si­zio­ne del cur­so­re via Gho­st - o il PDF stes­so; per­ciò ho pre­fe­ri­to ag­giun­ge­re una utility che ren­de il cal­co­lo im­me­dia­to e di­ret­ta­men­te tra­sfe­ri­bi­le. La si vede in fi­gu­ra nel­la se­rie di pul­san­ti nu­me­ra­ti in bas­so a de­stra (dove  set2  in­tro­du­ce al me­to­do de­scrit­to a se­gui­to).
Ogni im­pian­to po­trà ve­ni­re sal­va­to e ri­ca­ri­ca­to con un clic, in­sie­me a tut­ta la li­sta dei va­lo­ri ela­bo­ra­ti; inol­tre sva­ria­ti dia­gram­mi po­tran­no es­se­re ela­bo­ra­ti si­mul­ta­ne­amente e con­fron­ta­ti gra­zie alla pre­vi­sta so­vrap­po­si­zio­ne del­le fi­ne­stre.
Una vol­ta de­fi­ni­te le cin­que com­po­nen­ti in­te­rat­tive, ri­du­ci­bi­li a 4 pa­ra­me­tri ba­si­la­ri, qual­sia­si tipo di ar­chi­tet­tu­ra tro­ve­rà quin­di so­lu­zio­ne, a pre­scin­de­re dal me­to­do di svi­lup­po o dal­la con­ce­zio­ne stes­sa che le ha det­ta­te, per il sem­pli­ce fat­to che ogni im­pian­to, os­sia il pac­chet­to del­le va­ria­bi­li, pre­ve­de un solo ed un uni­co ri­sul­ta­to.

Ot­te­nu­to uno yantra de­gno di nota, “il pro­prio Sri yantra”, si po­trà cre­a­re un file PDF ar­ti­co­la­to in tre pa­gi­ne, che ne con­sen­to­no la vi­sio­ne, la me­di­ta­zio­ne e l´a­na­li­si dei mas­si­mi det­ta­gli ac­ces­si­bi­li, an­che se non giun­ge al gra­do di ac­cu­ra­tez­za del­la pro­ce­du­ra, con i suoi in­gran­di­menti ol­tre i 160 mi­lio­ni di pun­ti scher­mo.
Quel che con­ta, di­rei, è per­ce­pi­re la “mu­si­ca­li­tà” dell´e­la­bo­ra­to, in una pa­ro­la l´ar­mo­nia che esso spri­gio­na, del­la qua­le si do­vreb­be av­ver­ti­re la vi­bra­zio­ne.
A que­sto do­vreb­be­ro ser­vi­re i mandala: rap­pre­sen­ta­re ed evo­ca­re allo sta­to me­di­ta­ti­vo; per­tan­to cia­scu­no giu­di­cherà quan­to la fi­gu­ra che ha ot­te­nu­to con­se­gua il suo sco­po. Per fare un esem­pio, la stes­sa pi­ra­mi­de di Giza, con le sue ben note pro­prie­tà ener­ge­ti­che, può es­se­re emulata da strut­tu­re con pro­por­zio­ni dif­fe­ren­ti, come ad es. quel­la at­ti­gua di Mi­cerino ed al­tre in luo­ghi di­ver­si del pia­ne­ta, che as­som­mano a loro vol­ta qua­li­tà af­fi­ni, ma di­stin­te da una pro­pria tim­bri­ca; mi ri­fe­ri­sco alla ten­den­za ad in­te­ra­gi­re a li­vel­li e­/o in modi di­ver­si con i cam­pi di ener­gia in­di­vi­dua­li.
Trac­cia­re que­sto sim­bo­lo e me­di­tarlo si tra­sfor­ma in un´ac­qui­si­zio­ne con­ti­nua, che ispi­ra e con­du­ce ad ele­var­si; i suoi ef­fet­ti po­si­ti­vi sono già sta­ti ri­le­va­ti in vari am­bi­ti spe­ri­men­ta­li, di in­di­riz­zo non esoterico.

Un aspet­to pro­ba­bil­mente de­ter­mi­nan­te, ma di cui le ro­u­ti­nes at­tua­li non ten­go­no con­to, sta nei rap­por­ti di svi­lup­po del­la fi­gu­ra con il pro­prio [bari]cen­tro; allo sta­to at­tua­le esso non si iden­ti­fi­ca ne­ces­sa­ria­mente con il cen­tro del cer­chio, tut­ta­via la­scia che que­sto av­ven­ga se i pa­ra­me­tri lo pre­ve­do­no. Nel­la pri­ma ela­bo­ra­zio­ne del­la fi­gu­ra dell´O­re­gon notavo una cer­ta sfa­sa­tu­ra tra i due pun­ti, che però scom­pa­re nel­la se­con­da fi­gu­ra, fa­cen­domi pen­sa­re a nu­o­ve so­lu­zio­ni e pos­si­bi­li­tà te­ma­ti­che.
La col­lo­ca­zio­ne del cen­tro ap­pa­re cri­ti­ca, a par­te la pre­sen­za del­le per­so­ne in pie­di, ma nel­la pri­ma non sem­bra co­in­ci­de­re esat­ta­men­te con il cen­tro del cir­co­lo mag­gio­re di­se­gna­to, an­che se la metà su­pe­rio­re è più com­pres­sa del­la sot­to­stan­te; la se­con­da pre­sen­ta un for­te ispes­si­men­to del­la li­nea su­bi­to so­pra il cen­tro, il che ren­de dif­fi­ci­le ri­le­var­lo con cer­tez­za.
Pur­trop­po però, come ac­ca­de nel­le fi­gu­re, pic­co­le sfa­sa­tu­re pro­gram­ma­tiche, det­ta­gli di­ver­si­fi­cati, in­ve­stono sen­za vie di mez­zo gior­na­te di la­vo­ro e de­ci­ne di ore di ap­pli­ca­zio­ne in ri­fa­ci­menti, an­che sol­tan­to per po­ter ve­de­re se …. Pro­va­re per cre­de­re. In que­sta tra­ma as­sai più in­tri­ca­ta di un la­bi­rin­to, i ri­fe­ri­men­ti in­cro­cia­ti pos­so­no es­se­re mol­tis­si­mi ed an­che con­dur­re a so­lu­zio­ni in­fi­ne sem­pli­ci ed ele­men­ta­ri; ma sce­glierli e adot­tarli al buio sa­reb­be solo in­co­scien­za.
Un'al­tra os­ser­va­zio­ne che non pos­so omet­te­re, per la ri­pe­ti­ti­vi­tà con la qua­le si pro­po­ne, ri­guar­da ad es. il trian­go­lo m-n-A2, il cui pun­to me­dio ver­ti­ca­le, o cen­tro dell´al­tez­za sem­bra pri­vi­le­gia­re la base cen­tra­le, in quan­to ten­de ad iden­ti­fi­car­si con il pun­to A4. Sa­reb­be uno stra­or­di­na­rio pun­to di ri­fe­ri­men­to, ma va pro­va­to che sia va­li­do ed an­che que­sto ri­chie­de tem­po.


 

An­to­nio Alessi - © 2003-2010 The Watch Pu­blisher

emo che que­sto ca­pi­to­lo sia de­di­ca­to a ri­pe­ti­zio­ni, ma è il mo­men­to di una sin­te­si con­cet­tua­le; tem­po per­met­ten­do ot­ti­mizzerò an­che il sito…
Fi­gu­re allo sta­to di ap­pros­si­ma­zio­ne non ri­ser­va­no al­cu­na cer­tez­za, pro­prio per­ché una vol­ta ot­ti­miz­zate pos­so­no ap­pro­da­re ai più di­ver­si ed in­de­si­de­rati adat­ta­men­ti, in par­te di­pen­den­ti da­gli al­go­rit­mi im­pie­ga­ti per la ret­ti­fi­ca - po­i­ché in te­o­ria si po­treb­be in­ter­ve­ni­re di vol­ta in vol­ta su pa­ra­me­tri di­ver­si, uno o più di uno - ma non è que­sto il pun­to.
L´ot­ti­miz­za­zio­ne dei dia­gram­mi non va in­te­sa come uno stru­men­to per cre­a­re ciò che la men­te non è in an­co­ra gra­do di con­ce­pi­re, ma come un in­di­ca­to­re del­le di­ret­ti­ve di ret­ti­fi­ca da in­tra­pren­de­re per l´af­fi­na­men­to, po­i­ché sen­za una fi­gu­ra per­fe­zio­na­ta sot­to il pro­fi­lo ma­te­ma­ti­co non sa­pre­sti mai qua­li sia­no i pun­ti de­bo­li del tuo pro­spet­to e in pa­ro­le po­ve­re non sa­re­sti ar­ri­va­to da nes­su­na par­te (non avre­sti con­clu­so nien­te).
Da par­te sua, il pro­gram­ma THEORY for­ni­sce la ma­te­ria pri­ma ad un'au­to­cri­ti­ca fon­da­ta; in ogni caso do­vreb­be es­se­re l´in­tu­i­zio­ne a far da ma­e­stra.
Nel­la mia con­ce­zio­ne non han­no spa­zio com­pro­mes­si tra la qua­li­tà este­ti­ca - opi­na­bi­le - e la pre­ci­sio­ne de­gli in­nu­me­re­vo­li dia­gram­mi.
Ad­den­trar­si nel­lo S. Y. è come pe­ne­tra­re un am­bi­to in cui re­gna “la Bel­lez­za allo sta­to puro” e in que­sto sen­so, il pro­ces­so sug­ge­ri­to da THEORY do­vreb­be es­se­re vis­su­to come stru­men­to di me­di­ta­zio­ne ed avan­za­men­to.
Se il pri­mo tra­guar­do con­si­ste nel­la scom­par­sa dell´er­ro­re di in­ter­se­zio­ne, quel­lo su­bi­to suc­ces­si­vo è in­fat­ti la ri­cer­ca del­la rap­pre­sen­ta­zio­ne ide­a­le os­sia del­la cor­ret­ta, mo­ti­va­ta im­po­sta­zio­ne dell´im­pal­ca­tu­ra ba­si­la­re. Il pri­mo da oggi è vir­tual­men­te ri­sol­to, a di­mo­stra­zio­ne del fat­to che non rap­pre­sen­ta un osta­co­lo rap­por­ta­bi­le alla com­pren­sio­ne del­le re­go­le, pur aven­do agi­to per mol­to tem­po come uno spec­chio de­for­man­te del giu­sto ap­proc­cio con il sim­bo­lo.
Nel­la re­al­tà, una fi­gu­ra esat­ta ma non equi­li­bra­ta è per­fet­ta solo per metà, po­i­ché co­niu­ga la sua mes­sa a pun­to ad un as­set­to astru­so, non fun­zio­na­le; lad­do­ve un equiilibrio - o ciò che amia­mo de­fi­ni­re ele­gan­za o este­ti­ca - ri­sul­tan­te da un trac­cia­to er­ra­to non ha pro­prio nien­te da equi­li­bra­re. Cia­scu­no deve ga­ran­ti­re l´al­tro.
Per chiun­que sap­pia co­glierla, la vera sfi­da è que­sta, in qua­lun­que idio­ma, da sem­pre. L´“Oc­chio del­la Ri­ve­la­zio­ne” si sta schiu­den­do in un modo per cui non è quel che puoi ve­de­re che con­ta mag­gior­men­te, ma quel­lo che hai po­tu­to com­pren­de­re.

 


Ci si chie­derà se il mon­do in man­can­za del com­pu­ter do­ves­se ri­nun­cia­re an­che allo Sri Yantra. In un cer­to sen­so, o in par­te, temo di sì, per come sono an­da­te le cose; bi­so­gna am­met­te­re che, no­no­stan­te i pre­ce­den­ti e le mol­te­pli­ci te­o­rie, nes­su­no ne sa nien­te che vada ol­tre la de­scri­zio­ne del­le sue par­ti vi­ta­li e pre­sun­te at­tri­bu­zio­ni, sem­pre re­la­ti­va ad un'ot­ti­ca dot­tri­na­le fis­sa­ta dal­le Scrit­tu­re e tra­sci­na­ta di boc­ca in boc­ca; ma tut­to que­sto sta per tra­dur­si in un nu­o­vo modo di rap­por­tarsi.
Oc­cor­re è per­ve­ni­re ad una de­fi­ni­zio­ne tec­ni­ca­men­te im­pec­ca­bi­le, di­chia­ra­ta­mente ed uni­ver­sal­men­te ri­co­no­sciu­ta sot­to il pro­fi­lo fi­gu­ra­ti­vo, per po­ter for­mu­la­re un me­to­do che, al­me­no nei pre­sup­po­sti sim­bo­li­ci, la ri­pro­du­ca ri­spet­tan­done i con­te­nu­ti.
Solo a quel pun­to, am­mes­so che oc­cor­ra, ci si po­trà pren­de­re la li­ber­tà di ri­pie­ga­re su trac­cia­ti di for­tu­na; in po­che pa­ro­le, la pra­ti­ci­tà ce­ri­mo­nia­le non do­vreb­be mai ac­cre­di­ta­re l´i­gno­ran­za.
Una sif­fat­ta so­lu­zio­ne, a me­mo­ria d'uomo, non è sta­ta re­a­liz­za­ta né con­se­gui­ta in al­cu­na epo­ca e in nes­sun luo­go del pia­ne­ta - Ore­gon a par­te - e tut­to il ma­te­ria­le esi­sten­te pro­dot­to nel cor­so del­la ci­vi­liz­za­zio­ne at­tua­le è ben lon­ta­no dall´es­se­re a pro­va di er­ro­re, per non par­la­re del lato for­ma­le, espo­sto alle più va­rie in­tem­pe­rie.
Per­ciò la sola cosa che si fa stra­da è ve­ro­si­mil­men­te la più di­sin­can­tata ri­cer­ca, nei con­fron­ti di una gem­ma stra­or­di­na­ria, o me­glio un cri­stal­lo di luce.


 

An­to­nio Alessi - © 2003-2010 The Watch Pu­blisher

con­ti fat­ti stu­dian­do la fi­gu­ra dell´O­re­gon, sem­bra che nep­pu­re il trian­go­lo d'oro rien­tri nei pia­ni del­lo S.Y.; non­di­me­no, sen­sa­zio­ni che ron­za­no nel sub­con­scio - o for­se l´en­fa­si del­la ve­ri­fi­ca ma­te­ma­ti­ca ini­zia­le ed ini­zia­tri­ce - mi in­du­co­no ad in­si­ste­re; è pos­si­bi­le che il te­o­re­ma ed i va­lo­ri evi­den­zia­ti nel­le mie pri­me pa­gi­ne ab­bia­no una ra­gion d'es­se­re in que­sto con­te­sto, o vi­ce­ver­sa la po­ten­zia­li­tà del­lo yantra ab­bia par­te nell´e­di­fi­ca­zio­ne del­la pi­ra­mi­de di Giza, con una col­lo­ca­zio­ne ben di­ver­sa da quel­la ipo­tiz­za­ta in pri­ma istan­za.
O for­se la fi­gu­ra ri­ver­be­ra un´eco del­la S. A., la cui pre­sen­za è in­ve­ce in­di­scu­ti­bi­le; il trian­go­lo Au­reo strin­ge trop­po ver­so il cen­tro, sot­tra­en­do la pari di­stri­bu­zio­ne agli estre­mi ver­ti­ca­li.
Il trian­go­lo cen­tra­le in­fat­ti (quel­lo in­te­ro, ver­ti­ce in bas­so) po­treb­be ave­re i re­qui­si­ti per po­ter­si iden­ti­fi­ca­re con quel­lo au­reo ed il cen­tro del trian­go­lo in esso con­te­nu­to, ol­tre a iden­ti­fi­car­si con il cen­tro del cer­chio mag­gio­re, cor­ri­spon­de­rebbe in al­tez­za (a par­ti­re dal­la base) alla co­sid­det­ta Ca­me­ra del­la Re­gi­na; ma in qua­le pun­to, sen­za mi­su­re di ri­fe­ri­men­to af­fi­da­bi­li è im­pos­si­bi­le sta­bi­lirlo e pra­ti­car­lo; e qua, ol­tre alle de­bi­te co­no­scen­ze oc­cul­te, il ter­mi­ne “af­fi­da­bi­li” com­por­ta sva­ria­ti de­ci­ma­li.
Un ten­ta­ti­vo di so­vrap­por­re allo spac­ca­to del­la pi­ra­mi­de par­te dell´im­pian­to allo stu­dio ro­ve­scian­do­lo, ri­ser­va at­ti­nen­ze al­quan­to sin­go­la­ri, ma fino a pro­va con­tra­ria si trat­terà di co­in­ci­den­ze.

In pra­ti­ca, l´o­sti­na­zio­ne nell´im­pie­go del trian­go­lo-pro­fi­lo del­la G.P. è la ra­gio­ne pri­ma d´e­span­sio­ne del­le aree di pun­ta su­pe­rio­re ed in­fe­rio­re,
che si con­trap­po­ne ad una di­stri­bu­zio­ne
pa­ri­te­tica del­la cer­chia pe­ri­me­tra­le.
La sua base pare trop­po vi­ci­na al cen­tro, il che per bi­lan­cia­re la sa­go­ma ri­chia­ma una base Yin egual­men­te vi­ci­na.
È fa­ci­le ren­der­si con­to
che lo spo­sta­men­to del­la
base Yon ver­so il bas­so, pre­fis­sa­ti i ver­ti­ci, tra­sci­na le al­tre due basi nel­la me­de­si­ma di­re­zio­ne e lo stes­so ac­ca­de in una cer­ta mi­su­ra se la base Yin sale, strin­gen­do il lato; la qual cosa vale an­che per le tre basi op­po­ste;
ed an­che pren­de­re atto che lo slit­ta­men­to, gra­zie al gio­co di leva trian­go­la­re sul­le in­ter­se­zio­ni lun­go il lato del­lo Yin, è pro­por­zio­nal­men­te mag­gio­re quan­to più la base è di­stan­te da quel­la di ri­fe­ri­men­to, av­vi­ci­nan­dosi ad una so­lu­zio­ne più con­fa­cen­te.

Sono solo con­sta­ta­zio­ni mar­gi­na­li e in­di­ca­ti­ve; ci sa­reb­be di che sten­de­re un in­te­ro trat­ta­to. Chi, come me, ha par­te­ci­pa­to allo stes­so fal­lo in­ter­pre­ta­ti­vo, at­trat­to dal­le ma­gi­che pro­por­zio­ni del vero trian­go­lo d'oro - e sono più d'uno, a giu­di­ca­re dall´an­ti­co yantra in mio pos­ses­so, che pure gli si av­vi­ci­na - ha pro­ba­bil­mente ri­spo­sto all´eco di per­ce­zio­ni lon­ta­ne, ben­ché at­ti­nen­ti, ma che non giu­sti­fi­ca­no una tale ap­pli­ca­zio­ne alla scel­ta ini­zia­le.
Lo Shri yantra d'al­tra par­te è già con tut­ta pro­ba­bi­li­tà, l´e­spres­sio­ne di un te­o­re­ma co­smi­co di por­ta­ta ine­splo­rata e non ha bi­so­gno di es­se­re qua­li­fi­ca­to o ar­ric­chi­to da com­po­nen­ti spe­cia­li; va solo com­pre­so, po­i­ché for­se rac­chiu­de l´“ani­ma mundi”.

Quel che im­por­ta dun­que è il ma­tu­ra­re dell´ef­fet­to che “quel­la fi­gu­ra pio­vu­ta dal Cie­lo” è riu­sci­ta ad in­dur­re, an­che se poi ve­dre­mo come lo stu­dio dell´ar­chi­tet­tu­ra dei Pe­ta­li ab­bia con­fer­ma­to la pre­sen­za del prin­ci­pio au­reo nel­lo S.Y..

A que­sto pun­to dal­la sua ana­li­si si pro­fi­la un nu­o­vo oriz­zon­te, or­mai im­pre­scin­di­bi­le.


Con l´a­van­za­re in­ces­san­te e l´in­ten­si­tà con la qua­le il dia­gram­ma ve­ni­va esa­mi­na­to
e ri­pro­gram­ma­to nel­la men­te, una nu­o­va ot­ti­ca si so­sti­tuiva al pre­ce­den­te
ha­bi­tat con­cet­tua­le, im­po­nen­do una di­ver­sa vi­sio­ne dell´as­set­to del­lo sche­ma,
con un con­se­guen­te ap­proc­cio ad­di­rit­tu­ra più sem­pli­ci­sti­co e l´i­no­pi­na­ta  ca­rat­te­ri­stica
di por­si in con­tra­sto con al­cu­ne del­le mie pre­ce­den­ti con­si­de­ra­zio­ni.

Dopo tan­ta com­pli­ca­ta ri­cer­ca è scon­cer­tan­te ac­cor­ger­si che può es­se­re
la più ele­men­ta­re li­ne­a­ri­tà a go­ver­na­re i con­trap­pun­ti di que­sto enig­ma,
na­tu­ral­men­te sen­za nul­la to­glie­re alla sua ine­stri­ca­bilità in­trin­se­ca.
Tut­to è ef­fi­ca­ce­men­te più sem­pli­ce e, come sem­pre, la men­te è ma­e­stra nel com­pli­carlo.

Le mag­gio­ri de­via­zio­ni sa­reb­be­ro sta­te ori­gi­na­te dal fat­to che i no­stri pre­de­ces­so­ri han­no im­prov­vi­sa­to fi­gu­re sba­glia­te, orien­tan­do le suc­ces­si­ve ri­cer­che in di­re­zio­ni ina­datte. Sop­praffatto da que­st'ul­ti­ma con­sta­ta­zio­ne, ho ri­scrit­to il pro­gram­ma
ag­giun­gen­dovi un ter­za par­te.


 

An­to­nio Alessi - © 2003-2010 The Watch Pu­blisher

a par­ti­tu­ra del­le fa­sce oriz­zon­ta­li sem­bra pro­ve­ni­re vir­tual­men­te da un'equa di­stri­bu­zio­ne del­le par­ti ver­ti­ca­li, per cui tut­to an­dreb­be ri­pen­sa­to nel­la pro­spet­ti­va di una scan­sio­ne, ini­zia­le e solo po­ten­zia­le, su otto ban­de con ugua­le al­tez­za (in­di­ca­te in fi­gu­ra dai nu­me­ri da 1 ad 8 al­ter­na­ti) di­cia­mo una per ogni trian­go­lo sim­me­tri­co, un mo­men­to pri­ma - in ter­mi­ni del tut­to astrat­ti - che su­bentri il nono cen­tra­le, con ver­ti­ce in bas­so, che in re­al­tà ne è la chia­ve di vol­ta. Per il suo tra­mi­te si ve­ri­fi­ca in­fat­ti una pre­ci­sa mu­ta­zio­ne:
men­tre una mag­gio­re am­piez­za gua­da­gna­ta dai due trian­go­li mag­gio­ri, 1 e 2, as­sor­birà co­mun­que par­te del­le due fa­sce con­ti­gue, 3 e 4 so­pra e sot­to, l´a­sim­me­tria con­se­guen­te la di­spa­ri­tà dei 9 spo­ste­rà poi l´asse di bi­lan­cia­men­to ver­so l´alto fa­cen­do in modo che la fa­scia 2 co­pra una por­zio­ne del­la 4, ri­du­cen­dola in mi­su­ra mag­gio­re di quan­to la 1 fac­cia con la 3.
È solo fan­ta­sia ad hoc, ma vale ad in­stra­da­re un per­cor­so lo­gi­co di tut­to ri­spet­to fra le quin­te del­lo sce­na­rio, sul qua­le con­cen­trar­si ex-novo.
I pri­mi ten­ta­ti­vi di pia­ni­fi­ca­re il dia­gram­ma su que­sta ri­par­ti­zio­ne as­sai più na­tu­ra­le, han­no sùbito pro­dot­to dia­gram­mi ab­ba­stan­za si­mi­li a quel­lo ide­a­le dell´O­re­gon, tan­to da in­dur­mi a pro­se­gui­re; il pri­mo ef­fet­to evi­den­te è lo spe­ci­fi­co rap­por­to tra le due pun­te su­pe­rio­ri, 4 e 6, che vede la 6ª, qua­si ugua­le alla 8ª, spor­ger­si ver­so il cer­chio (for­se fino ad in­con­tra­re il lato del qua­dra­to ob­li­quo che de­li­mi­ta la pri­ma cer­chia di pe­ta­li) e la 4 ri­dur­si mas­si­ma­men­te; e le in­fe­rio­ri, 3 e 5, che in­ve­ce ve­do­no la 3 leg­ger­men­te ri­dot­ta ri­spet­to alla 5, qua­si ugua­le alla 7.

Inu­ti­le sot­to­li­ne­a­re che tale nu­o­va con­ce­zio­ne con­du­ce ad un di­ver­so tipo di im­pian­to di svi­lup­po, de­ri­van­te da rin­no­va­ta pro­ble­ma­ti­ca.
Cer­ca­re di ri­dur­re ai mi­ni­mi ter­mi­ni il nu­me­ro del­le scel­te, in que­sto caso do­vrà se­gui­re un'al­tra via: quel­la di scom­por­re i pa­ra­me­tri se­con­do i rap­por­ti di in­ter­di­pen­den­za più cri­ti­ci ed evi­den­ti; ed ecco la stra­te­gia che al mio pen­sie­ro si pro­po­ne­va come ef­fi­ca­ce.
La mag­gio­re dif­fi­col­tà emer­sa fino a que­sto pun­to era espan­de­re le due fa­sce 5 e 6 fino a ren­der­le meno di­ver­se pos­si­bi­le dal­la 7 e 8; i dia­gram­mi ot­te­nu­ti in­fat­ti, nel­la mag­gio­ran­za dei casi af­fi­da­bi­li come ab­bia­mo vi­sto, si pre­sen­ta­no de­bo­li pro­prio in que­sto. Ne de­ri­va la ne­ces­si­tà di de­fi­ni­re per pri­me tali fa­sce ri­spet­tan­do le pro­por­zio­ni e da que­ste de­ri­va­re le al­tre. Scel­te per pri­me le due basi in­fe­rio­ri - meno sog­get­te ad al­te­ra­zio­ne - per sta­bi­li­re l´asse oriz­zon­ta­le si do­vrà quan­to­me­no dare mi­su­ra al trian­go­lo Yon, la cui base è a sua vol­ta meno sog­get­ta a spo­sta­men­to ri­spet­to alla sud­di­vi­sio­ne in ot­ta­vi che non quel­la del suo con­trap­po­sto.
Sta­bi­li­ta la base Yon si può già no­ta­re il pro­ble­ma più im­mi­nen­te: le in­ter­se­zio­ni (2) e (3) dall´i­po­te­ti­co trian­go­lo Yin di­ven­ta­no ope­ra­ti­ve ed in­sie­me al ver­ti­ce (1) ge­ne­ra­no l´in­cro­cio ((4) scu­ro); la li­nea che dal (3) at­tra­ver­sa que­st'ul­ti­mo do­vrà in­ter­se­ca­re esat­ta­men­te l´ul­ti­ma base al ((4) ros­so), a sua vol­ta già esi­sten­te, po­i­ché la base in ver­de è nota ed è in quel pun­to che in­ter­se­ca lo Yin gran­de.
Vi è un solo trian­go­lo Yin gran­de che può sod­di­sfa­re que­sta con­di­zio­ne e dun­que, an­zi­ché de­fi­nir­lo ar­bi­tra­ria­men­te, è ne­ces­sa­rio e suf­fi­cen­te cal­co­larlo.
Una vol­ta tro­va­to, sa­re­mo a metà stra­da, aven­do de­fi­ni­to 3 su 5 pa­ra­me­tri, cioè le tre basi in­fe­rio­ri, esclu­den­do ogni con­flit­to.

I nu­o­vi dati com­po­nen­ti a que­sto pun­to di­spo­ni­bi­li sono trac­cia­ti nel­la se­con­da fi­gu­ra in co­lo­re rosa []. Do­vreb­be es­ser fa­ci­le con­fron­ta­re i due sta­di di svi­lup­po al­ter­nan­do i clic sul­le frec­ce in alto: e sot­to la fi­ne­stra a lato, men­tre il pul­san­te e le due a fian­co mo­stra­no la con­so­le.

Per quan­to at­tie­ne alle due basi su­pe­rio­ri, per lo stes­so prin­ci­pio di ri­fe­ri­men­to basterà de­fi­ni­re la più alta os­sia la 8 (ver­de), in quan­to la 6 in­ter­me­dia ne de­ri­verà. Da que­sto pa­ra­me­tro in­fat­ti ot­ter­re­mo per pri­mo il be­ne­fi­cio del pun­to (1) che, in­sie­me al pun­to ((4) scu­ro) in­ter­se­cherà la base Yin gran­de nel pun­to ((4) ros­so), for­nen­do con esso il per­no in­tor­no al qua­le de­ter­mi­na­re il li­vel­lo del­la base cen­tra­le.
Tale base do­vrà tro­var­si ad un'al­tez­za per cui i con­se­guen­ti pun­ti 2 e 3 ri­sol­va­no i suc­ces­si­vi in­cro­ci, già de­scrit­ti a mon­te, in modo re­ci­pro­ca­mente esat­to.
Ol­tre alla Base in­ter­me­dia 6, la li­nea di­ret­tri­ce che essa ge­ne­ra, de­fi­nirà na­tu­ral­men­te l´e­sten­sio­ne dela base 8 cioé l´am­piez­za del trian­go­lo su­pe­rio­re.
Quin­di, an­co­ra una vol­ta, sono ne­ces­sa­ri quat­tro soli pa­ra­me­tri; come si può no­ta­re nel­le fi­gu­ra del­la nu­o­va con­so­le [], la se­con­da base su­pe­rio­re 6 non ver­rà de­fi­ni­ta, ma la ca­sel­la ri­ce­verà dal pro­gram­ma l´in­for­ma­zio­ne del va­lo­re ot­te­nu­to, come pure quel­la re­la­ti­va alla 1ª base Yin, che sono così ri­ci­cla­bi­li tra i pa­ra­me­tri del 1º me­to­do. Le sa­go­me ela­bo­ra­te su tre ta­vo­le in­di­pen­den­ti e con pa­ra­me­tri pro­pri nel­la stes­sa ses­sio­ne pos­so­no es­se­re so­vrap­po­ste al­ter­na­ti­va­men­te per uno stret­to con­fron­to di­na­mi­co; inol­tre pos­so­no so­vrap­por­si sul­la stes­sa ta­vo­la ela­bo­ra­zio­ni di gra­fi­ci di­ver­si­fi­cati; al­tri stru­men­ti di ap­pro­fon­di­men­to sono pre­di­spo­sti nel pro­gram­ma.


Sup­pon­go che tut­to que­sto non ab­bia l´aria suf­fi­cen­temente in­tel­li­gen­te per es­se­re ab­bi­na­to ad uno yantra di tale por­ta­ta; tut­ta­via con­sen­te di spe­ri­men­ta­re l´ap­proc­cio av­va­len­do­si di va­rie me­to­do­lo­gie e se non al­tro, di av­vi­ci­nar­si sem­pre più alla di­na­mi­ca del­le in­te­ra­zio­ni quan­to ai ruo­li del­le va­rie par­ti, che nell´in­sie­me an­co­ra sfug­go­no alla nor­ma­le com­pren­sio­ne. Ti­ran­do le som­me al va­glio del­la pro­ce­du­ra THEORY, fino ad oggi non è sta­to an­co­ra co­stru­i­to uno S.Y. che pos­sa di­mo­strar­si strut­tu­ral­men­te esat­to e Chi van­tasse un tale me­ri­to, non ha che da in­se­ri­re le sue co­or­di­na­te nel pro­gram­ma e di­mo­strar­ne il ri­sul­ta­to; il pro­gram­ma è va­li­do per qua­lun­que test ed i nu­me­ri - al­me­no fino ad un cer­to pun­to - non men­tono.
In­dub­bia­men­te al­tre me­to­do­lo­gie pos­so­no es­se­re ap­pli­ca­te e que­sto non è che un in­vi­to, con l´au­gu­rio di con­se­gui­re una con­ce­zio­ne che con­templi fi­nal­men­te il sen­so di que­sto co­strut­to nel­la sua es­sen­za uni­ta­ria. Un po' come le aper­tu­re al gio­co de­gli scac­chi, cia­scu­na del­la qua­li do­vreb­be po­ter con­dur­re alla vit­to­ria, com­por­re l´e­qui­li­brio all´in­ter­no del cer­chio è da con­si­de­rar­si, al­me­no in que­sto caso, la mas­si­ma re­a­liz­za­zio­ne pen­sa­bi­le.

A la­vo­ro ul­ti­ma­to, for­se tro­ve­rò il tem­po io stes­so di uti­liz­zar­lo, fino a far più luce sull´ar­ca­no. Sa­reb­be già de­ci­si­vo ren­der­si con­to di qua­le for­mu­la pro­por­zio­nale re­go­li lo slit­ta­men­to del­le basi, da un ipo­te­ti­co si­ste­ma sim­me­tri­co ad 8 trian­go­li a quel­lo ef­fet­ti­vo che ne con­tie­ne 9. Il tra­guar­do più ambìto, or­mai, è la pia­ni­fi­ca­zio­ne este­sa di aree quan­to più pos­si­bi­le omo­ge­nee, sia in sen­so ver­ti­ca­le che oriz­zon­ta­le, pro­prio come il se­gno del­la cro­ce.

In con­clu­sio­ne, i re­qui­si­ti prio­ri­tari per un co­strut­to ide­a­le dell´in­ter­no sono tre:

  1. una pre­ci­sio­ne ge­o­me­tri­ca che ri­spet­ti le mo­da­li­tà tec­ni­che fon­da­men­ta­li;
  2. le di­stan­ze pro­gres­si­ve più eque tra le 3 ban­de so­pra e le 3 sot­to­stan­ti le due cen­tra­li, pas­sag­gio es­sen­zia­le ver­so l´ar­mo­nia d'in­sie­me, come ac­cen­na­to so­pra;
  3. la per­fe­zio­ne strut­tu­ra­le, in ri­guar­do a tut­te le com­po­nen­ti del sim­bo­lo.
Re­sta quin­di un ul­ti­mo ca­pi­to­lo da rac­cor­da­re a que­sto pro­get­to, ri­guar­dan­te la pla­ni­me­tria glo­ba­le e la de­fi­ni­zio­ne del­le com­po­nen­ti pe­ri­fe­ri­che.



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